La finalista italiana del Green Alley Award

27 Settembre, 2018

Tra i finalisti del Green Alley Award 2018 c’è anche una startup italiana, si chiama Ecoplasteam

La loro sfida riguardo all’economia circolare: il riciclo dei rifiuti composti da diversi strati come plastica e metallo rappresenta ancora una sfida per l’economia circolare. Globalmente, considerando solo i rifiuti di polilaminati derivanti dalle confezioni alimentari, si conta oltre un milione di tonnellate ogni anno che potrebbe essere in parte riciclata.

L’idea: la start-up italiana ha inventato un nuovo processo per riciclare completamente gli imballaggi di alluminio polilaminato come il Tetrapak. Invece che separare gli strati di plastica ed alluminio attraverso un processo complesso, hanno sviluppato un nuovo materiale composto da entrambi i materiali e valido come ciascuno di essi.

Il team: Stefano Richaud, laureato in finanza aziendale e mercati finanziari, è il CEO di Ecoplasteam e gestisce le relazioni con gli stakeholder. Carlo F. Maggi, laureato in economia ed amministrazione aziendale presso l’Università di Torino, ha un’ampia esperienza in finanza aziendale e nel settore immobiliare.

La start-up che vincerà l’edizione 2018 del Green Alley Award dovrà convincere i sette membri della giuria, tra i quali è presente anche Umberto Raiteri, Head of Take-back Solution, Landbell Group.

Durante la sua intervista, ha dichiarato che le start-up possono apprendere molto dalla sua esperienza professionale come CEO di European Recycling Platform, che ha contribuito a creare da zero 15 anni fa. All’inizio, ERP era simile ad una start-up ed ha attraversato tutte le tipiche fasi di sviluppo e crescita partendo da 3, poi 10 impiegati per arrivare a 50 e 100 ed infine a diventare parte del Gruppo Landbell. Con ERP ha dovuto affrontato i problemi tipici relativi all’avvio di un’azienda partendo all’inizio da domande pratiche per arrivare alla creazione di piani aziendali triennali. Quindi conosce esattamente come costruire un’azienda, farla crescere e renderla un successo. I finalisti potrebbero inoltre apprendere molto anche per la sua esperienza in diverse posizioni e contesti aziendali internazionali: ha una formazione in ingegneria ed ha lavorato in Electrolux per 20 anni, iniziando nelle fabbriche per poi passare a ricoprire diverse posizioni esecutive ed imparare molto su come produrre e vendere i prodotti. Trattandosi di una multinazionale svedese di prodotti ad uso domestico, ha lavorato in diversi paesi, dalla Svezia al Belgio, dall’Irlanda all’Italia e sperimentato differenti stili manageriali.

A livello personale, Raiteri afferma di essere entusiasta di supportare persone creative e con idee; essendo uno sportivo ed allenatore di una squadra di Football americano sa come motivare le persone, e questa è anche una competenza importante per i fondatori delle start-up.

Egli prosegue sostenendo che, se si vuole applicare nel modo corretto il concetto di economia circolare, la domanda che ciascuno di noi si deve porre è: come può l’economia circolare diventare un driver per l’uso dei materiali riciclati?

Oggi tutte le aziende che producono dipendono dai prezzi instabili delle materie prime, quindi anche se le aziende volessero utilizzare più materiale riciclato, dovrebbero confrontarsi con un mercato poco strutturato ed inaffidabile per questi materiali secondari. La macroeconomia di questo mercato non è stabile, dato che dipende dai prezzi delle materie prime: se il prezzo delle materie prime aumenta, la domanda di materiali riciclati potrebbe aumentare; se diminuisce, la domanda di materiali riciclati sarà minore. Questo significa che i costi e le previsioni per l’utilizzo di materiali riciclati sono inaffidabili e l’instabilità diventa un fattore di rischio costante per le aziende. Se un produttore decide di utilizzare solo plastica riciclata per i suoi prodotti, lo sviluppo del mercato dipenderà dal comportamento di un singolo produttore o da una nuova strategia. Non è possibile prevedere la reazione degli altri produttori e questo rende difficile identificare i trend e gli sviluppi nel mercato dei materiali riciclati.

Raiteri conclude la sua intervista dando tre consigli ai finalisti del Green Alley Award:

In primo luogo, bisogna mostrare passione per il proprio progetto e credere in ciò che si sta facendo invece che focalizzarsi troppo sulle cifre del piano aziendale. In secondo luogo, mostrare di essere stati realistici in tutte le supposizioni e che l’idea alla base della start-up non sia solo un sogno. Un buon controllo della realtà è dimostrare che siano state già coinvolte parti interessate rilevanti. Infine, bisogna comunque dimostrare di aver considerato il lato commerciale dell’idea, cioè come si riuscirebbe ad acquisire potenziali clienti e convincerli della propria offerta. L’obiettivo è vendere il prodotto, il servizio o la tecnologia! Bisogna considerare come creare la domanda e commercializzare la propria offerta nella vita reale.

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