Le direttive europee per l’Economia Circolare

16 Gennaio, 2019

L’Unione Europea lo scorso 4 Luglio 2018 ha adottato 4 direttive note come “Pacchetto Economia Circolare”. Le direttive dovranno essere percepite dai rispettivi paesi membri entro il 5 Luglio 2020.

Le nuove direttive modificano a loro volta altre 6 direttive riguardanti i rifiuti (2008/98/Ce), gli imballaggi (1994/62/Ce), le discariche (1999/31/Ce), i rifiuti elettrici ed elettronici (2012/19/Ue), i veicoli fuori uso (2000/53/Ce) e le pile (2006/66/Ce).

L’obiettivo della CEE è chiaro: portare il riciclo dei rifiuti urbani ad almeno il 55% entro il 2025 (60% entro il 2030 e 65% entro il 2035). In parallelo è prevista la diminuzione dell’uso delle discariche che entro il 2035 dovrà essere inferiore al 10%

Economia Circolare

Economia Circolare: rappresentazione grafica del circolo virtuoso dell'Economia Circolare (Fonte Now Festival 2017)

Per gli imballaggi la tabella prevede che il 65% sia riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030.

L’economica circolare voluta e promossa dalla UE prevede il coinvolgimento delle aziende per la realizzazione di prodotti con materiali nuovi e riutilizzabili. A breve e medio periodo, la EU cerca di ottenere una gestione degli scarti prodotti in modo responsabile, attraverso il riutilizzo ed il riciclo.

In Italia il recepimento delle direttive comunitarie comporterà la modifica dei seguenti provvedimenti:

  • Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 (cd. “Codice ambientale”, recante norme, tra le altre, in materia di acque, imballaggi e rifiuti);
  • Dlgs 13 gennaio 2003 n. 36 (attuazione direttiva 1999/31/Ce in materia di discariche di rifiuti);
  • Dlgs 24 giugno 2003 n. 209 (attuazione direttiva 2000/53/Ce in materia di veicoli fuori uso);
  • Dlgs 20 novembre 2008 n. 188 (attuazione direttiva 2006/66/Ce in materia di pile);
  • Dlgs 14 marzo 2014 n. 49 (attuazione direttiva 2012/19/Ue in materia di Raee).

Nel 2017 nel nostro paese la raccolta differenziata ha raggiunto il 55% dei rifiuti prodotti, con il Veneto regione principe del riciclo, con il 73,6% dei rifiuti finiti alla raccolta differenziata.

A livello europeo, dal 2014 diversi paesi europei non hanno portato rifiuti in discarica. Tra questi, quelli virtuosi sono stati: Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia.

Le nuove direttive europee dovrebbero comportare un miglioramento per l’ambiente, con una riduzione delle emissioni di Co2. Al tempo stesso dovrebbe registrarsi un impulso positivo sull’occupazione, con almeno 500 mila posti di lavoro in più.

Nel piano dell’UE, poi, l’economia circolare dovrebbe diventare volano per l’economia dell’area euro favorendo, secondo stime del Parlamento Europeo, una crescita del Pil fino al 7% in più entro il 2035.

Fonte: https://economiacircolare.confindustria.it/

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