Cannibalizzazione dei RAEE

8 Novembre, 2019

Presentata ad Ecomondo, durante il convegno sui RAEE, organizzato da EERA (l'Associazione Europea dei riciclatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche) ed ASSORAEE (l'Associazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), che rappresenta gli impianti di trattamento RAEE ed è parte di FISE UNICIRCULAR, l’Associazione delle Imprese dell’Economia Circolare e che ha coinvolto relatori autorevoli ed i principali attori del settore, la ricerca dal titolo "La cannibalizzazione dei RAEE - conseguenze ambientali ed impatto economico".

Ogni anno in Italia vengono trattate 421.344 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, di cui tre quarti sono costituite da rifiuti domestici e un quarto da professionali, ma si stima che oltre 19mila tonnellate all’anno di componenti vengano cannibalizzate e vengono rivendute illegalmente sul mercato.

L’indagine rivela come alcune tipologie di prodotti dismessi dai consumatori non raggiungano gli impianti di trattamento, in particolare le parti più preziose, come i condizionatori inclusi in R1 (frigoriferi, condizionatori, congelatori, ecc.), gli schermi Crt e i laptop in R3 (televisori e laptop, Lcd o plasma, etc..) e pc desktop e smartphones in R4 (computer e apparecchi informatici, telefoni, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici, etc); i materiali più ricercati sono i compressori (in 4 casi su 10 spariscono dal rifiuto), i cavi di alimentazione e le schede elettroniche che vengono prelevati da 1 apparecchiatura elettrica ed elettronica su 4.

I danni sono ingenti, sia economici sia ambientali, e vanno inoltre a compromettere il raggiungimento degli obiettivi di riciclo. Per quanto riguarda i danni economici, infatti, a livello europeo il totale delle perdite generale dalla cannibalizzazione ammonta a circa 170 milioni di euro all’anno, mentre in Italia secondo lo studio di Assoraee si superano i 14 milioni di euro.

Poi c’è l’impatto ambientale della cannibalizzazione, che si manifesta sotto molteplici aspetti. L’asportazione dei compressori da frigoriferi e congelatori provoca i maggiori danni, in quanto vengono rilasciati in atmosfera i gas utilizzati nei circuiti refrigeranti, in particolare quelli contenenti sostanze ozono-lesive, quali Cfc ed Hcfc; considerando il totale di frigoriferi e congelatori conferiti nel 2018, le sostanze ozono-lesive in essi contenute ammontano a più di mezzo milione di tonnellate di CO2, equivalenti alle emissioni di oltre 300.000 utilitarie. Altrettanto a rischio è anche la dispersione di mercurio, dovuta alla cannibalizzazione degli schermi piatti. Inoltre, esiste un concreto rischio di dissipazione per i Crm (Critical raw materials) contenuti nelle batterie, nelle schede elettroniche o in altre componenti.

«Per arginare il dilagante fenomeno della cannibalizzazione dei Raee, che produce evidenti danni alla comunità e agli operatori del riciclo – argomenta Giuseppe Piardi, presidente Assoraee – è necessario muoversi in quattro direzioni: identificare buone pratiche operative che preservino la qualità del materiale raccolto; rendere lo standard europeo per la raccolta vincolante per i centri di raccolta al fine di controllare maggiormente la qualità del materiale; prevedere meccanismi di compensazione economica (anche basati su decurtazioni dei premi di efficienza) tramite un fondo finalizzato al riequilibrio degli effetti economici derivanti dalla cannibalizzazione; promuovere ed incentivare il canale di raccolta della distribuzione che garantisce un materiale in ingresso agli impianti di trattamento in genere meno cannibalizzato».

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Fonte: www.greenreport.it

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