Green Deal Italiano – strategia green per uscire dalla crisi COVID-19

14 Maggio, 2020

La crisi sanitaria ed economica causata dal Covid-19 ha messo in evidenza la fragilità del nostro sistema economico e posto l’accento sull’importanza di puntare ad un new Deal, meglio un New Green Deal Italiano con l’obiettivo di rilanciare la ripresa sotto il segno di una rinnovata sostenibilità e contenere i livelli di vulnerabilità del nostro Paese.

Recentemente l’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha pubblicato il nuovo Rapporto dal titolo “Politiche per fronteggiare la crisi da COVID-19 e realizzare l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, in cui analizza l’effetto della crisi sulle dimensioni dello sviluppo sostenibile e presenta alcune azioni per incentivare la ripresa secondo quanto previsto dall’Agenda 2030 e dal Green Deal Europeo che punta a far diventare l’Europa il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050. Un piano decisamente ambizioso che si basa su una drastica riduzione delle emissioni di carbone e sull’implementazione di modelli di economia circolare incrementando gli investimenti green in Europa.

Venendo all’Italia, gli effetti della diffusione del Covid-19 hanno, da un lato, ridotto le emissioni di Co2, per i divieti imposti alla mobilità privata e per lo stop produttivo, ma d’altro canto hanno posto gravemente a repentaglio gli equilibri ambientali a causa di possibili lacune nelle misure per lo smaltimento di dispositivi di protezione individuali quali mascherine, guanti, ecc., dei prodotti in plastica monouso, per l’incremento del ricorso ai mezzi di trasporto privati evitando l’uso di mezzi pubblici e per l’abbandono dei programmi di transizione ecologica e di decarbonizzazione.

Quello che l’Italia potrebbe fare è seguire le linee presenti nel Green Deal Europeo e nelle Direttive UE sui rifiuti, note come “Pacchetto Economia Circolare”, dove viene sancita anche la volontà di incentivare la mobilità sostenibile ed elettrica, attraverso l’utilizzo di e-bike, monopattini elettrici, hoverboard ed auto elettriche. Una parte di questi mezzi è attualmente oggetto anche di incentivi da parte del Governo italiano. Non va dimenticato però che anche questi prodotti, a partire da Agosto 2018, con l’entrata in vigore dell’ambito di applicazione aperta (Open Scope), sono rientrati nelle apparecchiature tecnologiche che, una volta giunte a fine vita, devono esser considerate RAEE, Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.

La mobilità elettrica – ha sottolineato Alberto Canni Ferrari Procuratore Speciale del Consorzio ERP Italia - è uno degli strumenti che può contribuire al raggiungimento dell’Economia Circolare, ma deve essere accompagnata anche dal corretto riciclo di questi nuovi prodotti. È quindi fondamentale affrontare gli ostacoli che ancora esistono. In primo luogo, la scarsa informazione sia delle aziende che non sempre sono a conoscenza dell’esistenza di una normativa relativa ai Rifiuti di Pile ed Accumulatori (RPA) ed ai Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e degli obblighi derivanti da essa, sia per i privati cittadini i quali spesso ignorano che da questi prodotti è possibile recuperare materiali preziosi ed è quindi importante conoscere le modalità corrette per favorire il loro riciclo. E’ bene ricordare che i rifiuti RAEE, così come Pile e Accumulatori devono essere conferiti presso il Centro di Raccolta comunale più vicino, i punti vendita di materiali simili, in modalità 1 contro 1, quindi compero nuovo prodotto e restituisco il vecchio e in modalità 1 contro 0, consegno senza acquistare”.

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