Economia Circolare e Gestione dei Rifiuti

23 Giugno, 2020

Pubblicata l’intervista ad Alberto Canni Ferrari, Procuratore Speciale del Consorzio ERP Italia, Sistema Collettivo senza scopo di lucro, tra i principali Consorzi RAEE e RPA che opera sul territorio nazionale supportando i Produttori, i Distributori, gli Importatori e gli Esportatori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, Pile ed Accumulatori ad adempiere agli obblighi previsti dalla normativa.

Ancorché ancora poco considerato (si attendono le risultanze degli Stati Generali, che hanno tenuto conto anche di questo contributo) il piano del “Comitato di esperti in materia economica e sociale” guidati da Vittorio Colao ha i suoi criteri.

Tralasciando aspetti più prettamente legati alla contingenza, gli elementi di prospettiva più interessante sono quelli che intendono portare l’Italia verso la destinazione del “Green New Deal”. Parlo di economia circolare e gestione dei rifiuti.

Sono misure contenute per lo più nella sezione “Infrastrutture e Ambiente, volano del rilancio”, e puntano a favorire, tra le altre cose, l’attivazione di progetti di economia circolare a livello aziendale, anche su piccola scala. Non mancano anche stimoli agli investimenti infrastrutturali nel ciclo dei rifiuti urbani e industriali e nella depurazione e riutilizzo delle acque reflue.

La soddisfazione degli addetti ai lavori

In un clima quantomeno in fibrillazione come quello attuale, sorprende la buona reazione di chi ogni giorno opera in modo professionale nella gestione dei rifiuti.

Gli operatori tecnologici di RAEE, Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, Pile e Accumulatori, parlano attraverso Alberto Canni Ferrari, Procuratore Speciale del Consorzio ERP Italia. “Non possiamo che esprimere soddisfazione per queste proposte,” dice Canni Ferrari. “Quello che mi preme sottolineare, in questa circostanza, sono le ricadute positive, in termini economici e occupazionali, che l’economia circolare può offrire.”

Riciclo uguale spinta all’economia

Ha ragione. Il nostro Paese si trova in una situazione delicata, economicamente parlando, e la spinta verso l’aumento del riciclo dei materiali potrebbe dare un impulso importante all’economia, a fronte di pochi e semplici investimenti.

L’enorme quantità di rifiuti elettronici prodotti nel nostro paese può costituire vere e proprie “miniere urbane” di materia riciclata. Le conseguenze? Solo positive: fino all’80% in meno di energia utilizzata e di gas serra emessi per l’estrazione di materiali primari dalla terra.

Gli appetiti delle Mafie

Inutile dire che un’opportunità così cattura tutta l’attenzione delle forze sane nel paese, ma solletica anche gli appetiti della criminalità organizzata. “Occorre svolgere un’opera di sensibilizzazione più capillare e incisiva sull’opinione pubblica,” dice in proposito Canni Ferrari.

“Dobbiamo evitare che tra il corretto stoccaggio e smaltimenti di questi rifiuti e la loro rischiosa dispersione ambientale, nonché la pratica dei traffici di rifiuti fraudolenti, si inseriscano soggetti pronti a ritirare i prodotti senza avere la necessaria certificazione, acquistando magari a poco prezzo e trasferendo il materiale illecitamente all’estero.”

Il Consorzio ERP

In Italia esistono già impianti tecnologicamente avanzati che non inquinano e sono in grado di avviare a riciclo praticamente il 90% di un elettrodomestico. Il Consorzio ERP Italia assolve agli obblighi di legge per il riciclo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e di pile, batterie e accumulatori. Le aziende del consorzio recuperano in media oltre il 95% di quanto viene conferito loro.

Logico che sia molto interessante la prospettiva di uno Stato che aiuti soggetti virtuosi in questo processo. “L’intervento pubblico dovrebbe andare nella direzione di incentivare il riciclo di tutti i materiali,” afferma Canni Ferrari, “affidandolo a professionisti del settore, gli unici capaci di seguire l’intera filiera fino al riutilizzo.

Recupera il passato, rilancia il futuro

Economia circolare non vuole solo dire ambiente o riutilizzo dei materiali, ma anche nuova occupazione che può aiutare molte persone a rischio di restare senza lavoro per la crisi del Covid-19.

Il rapporto GreenItaly 2019 parla chiaro in questo senso: nel 2018 i nuovi posti generati dalle imprese verdi sono stati 100 mila in più rispetto al 2017.

Affidiamo la ripartenza a chi sa produrre valore riciclando quanto abbiamo già prodotto senza fare nuovi, inutili sprechi. Dal recupero del passato deriva il futuro.

Fonte: www.futuroprossimo.it

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